venerdì 13 maggio 2011

Interventi dei candidati MINUTOLO e ABBAGNARA

Carissimi Amalfitani buonasera,
è innanzitutto un onore per me essere qui, su questo palco d’avanti a tutti voi.
E’ doveroso quindi un ringraziamento da parte mia per l’emozione che ancora una volta mi state regalando. Non a caso dico “ancora una volta”.
Già cinque anni fa infatti fui onorato dello stesso privilegio, presentandomi a voi come candidato consigliere nella lista “Amalfi nel Cuore”, quando a soli 25 anni conseguii un risultato straordinario: 110 preferenze accordatemi furono un record per un giovane come me.
Quell’esperienza rappresentò per me un momento altamente formativo, al pari della militanza politica che da più di un decennio accompagna il cammino della mia vita e dalla quale ho appreso il rispetto per le regole, lo spirito di sacrificio e l’amore per una comunità. L’esperienza di partito mi ha aiutato a superare particolari momenti della mia gioventù, facendomi crescere sotto il profilo sociale e culturale, da cittadino tra i cittadini. In questi anni ho imparato che l’ascolto è la prima delle regole che un politico deve apprendere.
Vivere nella società di oggi significa prestare attenzione alle esigenze della collettività e spendersi sempre ed in maniera disinteressata alla risoluzione di una qualsiasi problematica sottopostaci. Vivendo da cittadino tra i cittadini si impara ad essere parte di un unico corpo che, anche se agisce e pensa in maniera non univoca ci trasmette una dignità ed una umiltà a cui è impossibile rimanere indifferenti.
Della magnifica ed entusiasmante esperienza di cinque anni fa porterò con me un ricordo unico. Quelle sensazioni hanno generato dentro di me un patrimonio di idee e di valori, come la speranza, l’amicizia, la serenità, la concordia ed il rispetto misti ad un entusiasmo unico e prettamente giovanile che ha fatto si che questi princìpi siano entrati a pieno titolo nel mio patrimonio personale. Li porterò con me lungo il percorso della mia vita perché io, in quegli ideali, ci credo ancora fermamente. Sono convinto che la ricetta per costruire un futuro migliore abbia quegli ingredienti ed io li voglio utilizzare costi quello che costi.
Quindi, in linea di continuità con quello che è stato il mio cammino politico dalla prima ora ad oggi, ho deciso insieme ad alcuni amici che da tempo mi accompagnano, di mettermi a disposizione della Professoressa Amatruda per la formulazione della lista “A come Amalfi”, unica mia collocazione possibile, in coerenza piena con quello che sono e con ciò che rappresento.
Sono fermamente convinto che uno dei principali criteri per la valutazione popolare di un politico sia la coerenza, la capacità cioè di saper seguire la propria linea retta senza sbandamenti. Molte sono state le sirene che durante la nostra navigazione hanno provato ad ammaliarci con il loro canto. Questo canto voleva illuderci che magari alcuni muri potevano essere abbattuti. Dei muri apparentemente insormontabili costruiti soltanto su un banale preconcetto nei nostri confronti. Quando poi tra una miriade di difficoltà e di rallentamenti ci siamo accorti che non era a noi che si era interessati ma bensì ai nostri voti, quando abbiamo capito che essi erano mossi non da buone intenzioni ma dall’insicurezza e dalla paura che la loro nave per la prima volta senza il timoniere si sarebbe potuta arenare, li abbiamo messi da parte senza rimpianti né rimorsi, anche grazie alla saggezza di uno dei nostri capitani coraggiosi, il mio amico candidato Colavolpe che per primo ci aveva sconsigliato quella via.
Il canto della sirena ci avrebbe condotto alla scogliera!
Mai e poi mai svenderemo la nostra identità a chicchessia. L’unico bene supremo che riconosciamo è quello degli amalfitani, al cui altare tutto è secondario, tutto è dovuto.
Sono fermamente convinto che Amalfi per risorgere ha necessità di un chiaro avvicendamento nella gestione amministrativa della cosa pubblica.
L’alternativa al sistema, nelle idee, nei programmi, nelle donne e negli uomini c’è: il suo nome è “A come Amalfi” che ha come alfiere del cambiamento Antonietta Amatruda, donna di ampie vedute, di straordinarie capacità, ma soprattutto di una umanità fuori dal comune, dote necessaria al giorno d’oggi per restituire alla politica un volto buono e per favorire la rifioritura di quel filo diretto tra amministratori e cittadini oggi interrotto a causa della scarsa, inesistente, forse ad arte estirpata comunicazione tra Amministrazione e cittadini.
La discontinuità di cui parlo inoltre avrebbe come primo risultato, quella tanto agognata ed attesa pacificazione sociale di cui oggi necessita l’intera comunità, stufa delle divisioni, degli strappi e dei colpi di testa che altro non fanno che turbare continuamente le coscienze dei cittadini.
Date quindi queste doverose illustrazioni a tutti voi cari concittadini, passiamo a ciò che più mi interessa, parliamo di cose concrete, ai fatti che interessano tutti noi.
In queste serate ho preferito ascoltare i comizi delle altre liste dalla scalea del Duomo, per confondermi tra di voi ed ascoltare gli umori della piazza. Ho potuto toccare con mano la delusione di molti di voi quando, al termine di ogni comizio, ci si domandava: si ma i fatti? E le proposte?
Io credo che nel 2011 la piazza serva come megafono per spiegare i punti programmatici di ciascuna lista. In base a questo concetto, seguendo la logica della “causa – effetto” io stasera Vi illustrerò gli spunti del nostro programma riguardanti le tematiche che mi stanno più a cuore: le politiche sociali e del lavoro e soprattutto le politiche giovanili, perno dell’azione amministrativa di una nostra prossima amministrazione, categoria sociale della quale mi onoro di essere annoverato per ragioni anagrafiche e di mentalità.
Per quanto riguardano le politiche sociali, a dire la verità, l’impegno profuso dal delegato incaricato, Alberto Alfieri, ha prodotto alcuni effetti, io sono stato da sempre abituato a dare a Cesare ciò che è di Cesare. Venerdì sera ho ascoltato anche il suo intervento, in cui illustrava l’impegno profuso per gli anziani, per i diversamente abili e per i bambini. Carissimi concittadini amalfitani, con tutto il rispetto per il lavoro altrui e per gli altrui disagi, nel 2011 in un comune come il nostro non possiamo, non è concesso avere una visione così riduttiva delle politiche sociali.
Se io oggi domandassi ad un bambino qual è il fenomeno sociale che suscita maggiore interesse con i tempi che corrono, anche lui, quel bambino, mi risponderebbe a botta sicura: Il LAVORO! Nel discorso del delegato alle politiche sociali questa parola non è stata citata una sola volta. Com’è possibile?
Il lavoro forse non è un fenomeno di natura sociale?
Concordo tuttavia con il delegato uscente sul fatto che oggi il sociale ad Amalfi ha una base di partenza e questo è importante per ciò che vogliamo fare noi. Ma la modernità impone tutt’altri ritmi.
La freneticità degli eventi porta ad una veloce e continua evoluzione delle condizioni socio – economiche della nostra società che variano al minimo soffio di vento. Tale fenomeno, ha messo in evidenza la necessità di razionalizzare maggiormente gli interventi, contestualizzandoli in una più ampia pianificazione sociale da indirizzare alla nostra comunità.
Da alcuni anni, in molte altre zone d’Italia si sta mettendo in pratica un nuovo modo di fare politiche sociali, anche i governi vi hanno dedicato un ministero ad hoc: si tratta di una vera e propria scienza ed è nota ai più con il nome di welfare.
Per essere più comprensibili, il welfare è un concetto che ha come fine il benessere collettivo da raggiungere con la progressiva riduzione delle disuguaglianze sociali e si disarticola attraverso la stretta sinergia di tematiche socialmente interconnesse tra di loro come quelle ambientali, quelle dell’occupazione, della sanità, dell’accesso alle risorse culturali, finendo alla pubblica istruzione.
Ma come abbiamo intenzione noi di utilizzare a vantaggio degli Amalfitani questa nuova formula? Ponendo davanti a tutti gli altri obiettivi il lavoro, fonte di reddito e di conseguenza prima direttrice per la riduzione della disuguaglianza sociale.
Il compito dell’istituzione è quello di studiare approfonditamente questo complesso fenomeno, individuando ogni possibile sbocco e tenendo sempre un occhio aperto sulle novità e sulle ultime opportunità che il mercato offre. A tal uopo ci doteremo di uno strumento unico, già da molti altri enti adottato, e che ci darà l’opportunità di essere aggiornati ed informati sempre ed in modo chiaro: noi avvieremo la procedura per la creazione del primo libro bianco sul mercato del lavoro ad Amalfi ed in Costiera.
Lo faremo consultando i migliori studiosi ed esperti di welfare.
Tale strumento a disposizione di tutti i cittadini, ci schiarirà le idee fornendoci nuove nozioni. Ci indicherà i settori di intervento più immediati per i quali sarà opportuno intraprendere azioni di perfezionamento e contemporaneamente ci informerà sui nuovi ed emergenti segmenti di cui la società necessita. Strettamente correlato a questo punto, abbiamo previsto in via prioritaria l’utilizzazione di tutte le competenze e le professionalità, di ogni forza imprenditoriale e del lavoro locale con l’obiettivo di rivitalizzare quanto più possibile una sempre più costante occupazione, con la prospettiva della destagionalizzazione del turismo.
       Per i più giovani, quelli che hanno necessità di un curriculum e di referenze per inserirsi nel mercato del lavoro, abbiamo previsto l’istituzione di società miste e/o cooperative alle quali dare in gestione tutti i servizi pubblici in appalto.
Non dobbiamo assolutamente sottovalutare le esigenze di chi è alla ricerca della prima occupazione, soprattutto alla luce dei sacrifici che le famiglie fanno per far studiare e mantenere i nostri ragazzi.
Inoltre, apriremo immediatamente uno sportello speciale che abbia come mansione quella di informare tempestivamente ed in tempo reale, anche on line attraverso apposite banche dati, di tutte le opportunità che l’Unione Europea mette a disposizione in materia di imprenditoria giovanile. Sono tanti, troppi i milioni di Euro che vengono messi a disposizione del sud e che ogni anno rientrano a Bruxelles perché non richiesti. Spesso noi ignoriamo completamente l’esistenza di questi fondi. Non possiamo più permetterci di non sapere. Una classe dirigente è tenuta a sapere sempre.
Questo è un altro dei danni prodotti dall’assenza di comunicazione. Se questo tipo di informazioni non circolano, è per via di una totale assenza di comunicatività creatasi ad Amalfi.
Ciò non deve più accadere.
Sul nostro territorio inoltre operano seppur tra mille difficoltà gli ultimi artigiani, maestri della manifattura, discendenti di una benemerita stirpe di abili lavoratori, testimoni nobili del lavoro dei nostri padri. Ne conosco a mente alcuni desiderosi di tramandare ai posteri le loro abilità. Hanno più volte segnalato le loro esigenze.
Hanno più volte gridato al mondo la loro rabbia, la rabbia di chi sa di essere custode di un’arte tramandatasi per varie generazioni e che oggi rischia l’estinzione.
Per sostenere queste legittime richieste, al fine di dare il nostro contributo nel tramandare quelle che sono alcune delle nostre antiche tradizioni e professionalità, avvieremo degli appositi incentivi per la riscoperta, la diffusione e la valorizzazione dell’artigianato locale istituendo delle funzionali scuole di bottega in stretta simbiosi con gli artigiani ancora in attività. Sarebbe un modo alternativo questo di fare anche cultura. I nostri competitors del turismo internazionale fanno tesoro delle tradizioni locali. Qui fino ad oggi sono state sempre tralasciate. Noi ci riproponiamo di far ripartire ad Amalfi la cultura partendo dal basso, cioè da ciò che ci appartiene.
Non dimenticheremo poi la formazione. Daremo vita infatti a specifici corsi di specializzazione gratuiti ed in più, stipuleremo accordi bilaterali con istituzioni ed aziende italiane e straniere al fine di specializzare il più possibile i lavoratori che riterranno opportunamente istruttive queste iniziative, che hanno l’obiettivo di ricercare e ricreare la qualità.
Di contorno, al fine di favorire il più possibile la partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, abbiamo intenzione di istituire, con sede presso la casa comunale, di uno speciale forum permanente sulla famiglia nel quale far confluire le esperienze di tutti, degli speciali osservatori sull’associazionismo, sul no profit, sul volontariato. È importante per noi che i cittadini siano direttamente coinvolti nella strutturazione e nella costituzione del proprio futuro.
Ora però non voglio dilungarmi, voglio trattare l’argomento che più mi sta a cuore e per il quale impiegherò tutto me stesso: i giovani.
Carissimi giovani, ragazze e ragazzi di Amalfi.
Le amministrazioni comunali che negli ultimi anni si sono susseguite, hanno commesso tanti errori di valutazione sul vostro conto. Hanno creduto che i giovani non avessero bisogno di attenzioni particolari, hanno sperato che il grosso del lavoro lo facessero le famiglie, il resto la strada.
Nessuno ad Amalfi ha mai capito le nostre reali esigenze che sono poi le stesse di altri giovani residenti in Costiera e non molto diverse da quelle degli alti giovani in generale.
Noi giovani abbiamo innanzitutto bisogno di punti di riferimento, di esempi da seguire.
Noi giovani abbiamo bisogno di creatività, di fantasia, di estro e di intelletto. Noi giovani non abbiamo bisogno di una guida abbiamo imparato ad autodeterminarci da soli in questi anni di buio.
Il discorso che ho intenzione di rivolgere a tutti voi cari ragazze e ragazzi non parla di retorica e non è composto da paroloni.
Io voglio farvi un discorso che vi carica di responsabilità.
L’amministrazione che io sogno affida a voi il compito più difficile e più arduo che sia mai stato affidato a qualcuno: a voi tocca la sfida di operare per cambiare la mentalità della gente, quella mentalità che ognuno di voi almeno una volta nella vita ha criticato.
È la mentalità del lassismo, la mentalità del tira a campare e soprattutto la mentalità del dio denaro che ha tolto amore e passione alle donne ed agli uomini, CHE LI HA RESI SCHIAVI.
A noi giovani tocca di riaffidare all’uomo inteso nella sua concezione di essere umano, la giusta centralità che merita, quella centralità che ha smarrito a causa della non cultura, del mancato rispetto per le regole, dello scarso senso civico e del senso di abbandono che chi ha amministrato fino ad oggi ha trasmesso.
Mi preme ricordare una cosa a tutti voi, l’attuale crisi di valori che serpeggia indisturbata all’interno della nostra società vi tiene lontani dalla politica.
Personalmente, quando mi innamorai della politica ed iniziai la mia militanza in Alleanza Nazionale prima e nel PDL poi, io la intesi alla maniera degli antichi greci, i padri della civiltà occidentale.
Capii che il mio impegno politico sarebbe servito al miglioramento della vita di ognuno di noi, questo è il vero senso della politica. Altri sono i fattori che le attribuiscono connotati poco piacevoli.
Quando dichiarate a ragion, quindi, veduta che la politica non vi appassiona perché è sporca, ricordatevi che la politica, così come tante altre cose, la fanno gli uomini.
Se gli uomini antepongono alla passione, al disinteresse, allo spirito di sacrificio ed al senso del bene comune alcuni interessi corporativi, la responsabilità è di quegli uomini.
NON VI FIDATE!
Date l’opportunità a gente nuova di cimentarsi in quest’arte. In un mondo governato da politici, io ho l’onore ed il piacere di AFFIDARMI ad Antonietta Amatruda che non proviene dalla politica ma bensì dalla tanto vilipesa società civile.
SCENDIAMO IN CAMPO, SCENDETE ANCHE VOI IN CAMPO INSIEME A ME!
Non chiedetevi mai cosa può fare il paese per voi ma chiedetevi cosa potete fare voi per il paese.
Se avremo il coraggio di misurarci per riappropriarci della dignità che ci appartiene otterremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, dal lavoro alla cultura, dai luoghi per lo svago al riposo.
Vi lascio con una citazione estratta da alcuni dialoghi di uno dei miei punti di riferimento politico–culturale che ammiro molto ed al quale mi rifaccio: egli, politico di razza ed esponente di una generazione di politici che non ha nulla a che vedere con quella moderna per qualità e passione, al termine della propria carriera, intervistato da un giornalista che gli chiedeva su quale messaggio trasmettere alle giovani generazioni, questi rispose:
“Ad un giovane del nuovo millennio il messaggio che io posso tramandare è uno solo, vivi come se tu dovessi morire subito, pensa come se tu non dovessi morire mai.”
GRAZIE AMALFI, GRAZIE AMALFITANI DOMENICA PROSSIMA METTETE UNA CROCE SULLA “A” E SE E’ POSSIBILE SCRIVETE MINUTOLO.
Grazie!




Cari Amalfitani,
prima di tutto voglio ringraziare la signora Antonietta Amatruda che mi ha voluto con sé nella sua squadra.
Il giorno in cui mi fu chiesto di candidarmi nella lista “A come Amalfi”, non ebbi un attimo di esitazione nel rispondere “si”.
Già conoscevo la signora Amatruda per le sue grandi doti imprenditoriali e la sua onestà ed ho imparato a meglio apprezzarla anche per il suo carattere spontaneo e diretto e per la sua forza di volontà sempre seguita dai fatti.
La nostra lista è animata dalla volontà di cambiare Amalfi, di offrire l’opportunità a tutti coloro che lo vorranno di cambiare insieme a noi Amalfi, di modellarla secondo le proprie aspettative, i propri sogni, tutti mossi dal comune, profondo amore che tutti abbiamo per la nostra Amalfi.
Ma l’amore per la Città nasce e si consolida all’interno della famiglia. La Famiglia, madre di affetti e sentimenti, in cui ciascuno di noi riceve le prime nozioni ed insegnamenti che segneranno la formazione caratteriale e il modo di confrontarsi col mondo.
La famiglia che ci dona quel bagaglio di sensibilità, quell’impronta alla disponibilità verso il prossimo, che porteremo sempre con noi in ogni circostanza, in ogni momento.
La famiglia nella quale, nei momenti di burrasca, troviamo conforto e sostegno reciproco, che ci insegna a guardare al futuro sempre con un sorriso.
E nella famiglia, sempre, l’asse portante è la donna.
La donna che, molto spesso, è il soggetto meno assistito dai servizi. Tocca a noi donne, pertanto, coniugare le doverose aspettative di affermazione, anche professionale, con le legittime e naturali vocazioni alla maternità.
Ecco perché, a sostegno delle donne e della famiglia vogliamo, attivare iniziative che alle donne siano vicine, che le affianchino e le sostengano nello svolgimento del proprio ruolo nella nostra società.
Io credo che sarebbe molto utile individuare degli spazi per realizzare strutture di accoglienza per la prima infanzia, penso ad esempio all’Asilo nido, in modo da permettere ai genitori di lavorare tranquillamente, di venire incontro anche ai nonni, che in tante occasioni danno il proprio amorevole aiuto per seguire i bambini, di dare la possibilità alle mamme di avere un po’ di tempo libero per la spesa e le faccende domestiche.
Occorre dare sostegno e aiuto alla famiglia a svolgere il suo ruolo educativo nelle varie fasi evolutive dei figli. Ecco allora la necessità di progetti per i minori, sin dalla prima età scolare.
Occorre, pertanto, attivare innanzitutto un rapporto tra amministrazione e scuole per monitorare e individuare i fenomeni di elusione scolastica, al fine di intervenire prontamente sulle cause sociali di ognuna di esse.
Occorre realizzare strutture protette dove si possa coadiuvare e sviluppare il supporto educativo, anche attraverso attività di gioco per completare il percorso educativo, anche al di fuori degli istituti scolastici.
All’interno di tale percorso non va assolutamente trascurato il successivo periodo dell’adolescenza, momento critico sia per i genitori che per i figli. L’adolescenza è il periodo in cui si aspira alla libertà e quindi si manifesta la pretesa di autonomia.
Occorre, quindi, predisporre una rete di servizi che faccia comprendere che non tutti i comportamenti sebbene “liberi” sono positivi e costruttivi per una persona che cresce; e chi meglio di una donna, di una mamma riesce a captare, ad intuire questi momenti così importanti nella crescita di un adolescente?
Il nostro impegno deve essere profuso, pertanto, per creare dei luoghi di incontro, dove ognuno possa esprimere la propria creatività.
A tal fine occorre rivolgere alacre impegno per integrare e migliorare, con opportuni interventi, l’impianto sportivo di Vettica.
Occorre promuove la formazione di associazioni sportive, in quanto soggetti capaci di fornire educazione al rispetto delle regole, educazione alla vita sociale, educazione al significato dell’azione di squadra.
In tal senso si chiede una stretta collaborazione con la Chiesa e le comunità ecclesiali e laiche, per l’attuazione di iniziative sinergiche tese al recupero e al radicamento dei valori ideali, sociali e morali.
Si parla di dispersione scolastica. La maggior parte dei ragazzi continua gli studi solo perché vi è un obbligo e non perché realmente interessata. Molti sono i ragazzi che, sebbene svegli ed intuitivi, preferiscono dare applicazione più concreta ed immediata alle proprie capacità rivelando un interesse specifico per il mondo del lavoro piuttosto che per un lungo ed estenuante percorso scolastico.
A sostegno di tali predisposizioni, alle ordinarie istituzioni scolastiche dovranno affiancarsi delle scuole-bottega, ovvero delle scuole dove in collaborazione con i maestri artigiani ancora in attività si incentivi la riscoperta, la diffusione e la valorizzazione dell’artigianato locale. Cosa questa che a noi sta molto a cuore, sia per l’occupazione giovanile, sia per la differenziazione commerciale, sia per la ripresa dell’antico artigianato locale.
In tale progetto vogliamo rendere partecipi anche gli anziani, per la preparazione professionale e sociale dei giovani, che potranno in essi trasfondere la propria esperienza e la propria passione per le attività manuali e artigianali.
Non andrebbero così perse le tradizioni, i metodi di lavoro, affinati da una lunga esperienza, le tecniche di lavorazione e, pertanto, tutto quel bagaglio di cultura artigiana che fa parte, anch’esso, della storia della nostra città.
Amalfi, inoltre, soffre purtroppo della carenza di luoghi di aggregazione sociale. Sarebbe bello poter realizzare tramite una cooperativa, possibilmente gestita da giovani, un centro culturale comunale, inteso come luogo di socializzazione, dove i giovani possano crescere anche autonomamente ed esprimere il proprio estro artistico.
Le nostre sfide possono essere nuove, gli strumenti con cui le affronteremo possono essere nuovi, ma i valori da cui dipende il nostro successo -il lavoro e l’onestà, il coraggio, la tolleranza, la lealtà, l’attaccamento al proprio paese- sono quelli di sempre.
Son questi valori che hanno aiutato e determinato la crescita di tante generazioni di donne e di uomini che con umiltà, ma consapevoli della solidità delle loro idee, hanno fatto la Storia.
La nostra Storia, la Storia della nostra Città.
Queste sono le cose concrete.
Queste sono le cose che servono per un ritorno ai valori fondanti di una società.
Colei o colui che è convinto che il proprio cammino sia giusto, non ha bisogno di dimostrare che quello altrui è sbagliato.
La gente è stanca delle promesse, delle parole.
La gente ha bisogno di poter contare su qualcuno che ogni giorno sia presente, e soprattutto possa risolvere quei piccoli problemi quotidiani che comunque ogni comunità deve superare per raggiungere un accettabile grado di vivibilità.
Tutto ciò è possibile, può essere garantito da coloro che realmente sono intenzionati a lavorare per Amalfi e per lo sviluppo di questo paese. Bisogna arrotolarsi le maniche e lavorare per restituire a questa Città fiducia ed entusiasmo.
Occorre, oggi, la serietà e l’umiltà di chi vuole amministrare Amalfi nell’interesse di tutti e non solo nell’interesse di pochi.
Queste elezioni rappresentano un’opportunità per la nostra Città, l’opportunità da cui ripartire.
Chiediamo a tutti coloro che credono in queste parole, che in esse riconoscono la propria sensibilità, a tutti coloro che sono stanchi delle solite facce della politica e soprattutto delle facili promesse che fino ad oggi hanno ascoltato, di darci la possibilità di rendere ancora più forte il nostro impegno, più efficace il nostro lavoro, più solide le nostre idee, più concreta e partecipativa la nostra politica.
Mettiamo insieme le nostre voci.
Le vostre idee sono le nostre idee.
Il 15 e il 16 maggio anche voi come me, sostenete la candidata a sindaco Antonietta Amatruda. Vi chiediamo la vostra fiducia.
Noi e voi, insieme per cambiare.
Lucia Abbagnara